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venerdì 22 febbraio 2013

La Stoccolma che non mi aspettavo

Dove tutto ha un valore: la luce, il silenzio, persino l'attesa del primo fiore di primavera. 

Ad dir la verità nemmeno ero intenzionata a partire per davvero, ne avevo mai pensato ad un viaggio del genere, ma il viaggio mi si presentò così in modo autonomo allietato da qualche giorno di vacanza durante l'anno scolastico, e così decisi di partire.
Il mio non era una vacanza qualunque, faceva infatti parte di un progetto: il progetto Comenius, progetto scolastico che aiuta i giovani a comprendere le diverse culture europee, le diverse lingue e valori, una sorta di Erasmus in piccolo a livello delle superiori.
Quell'anno il progetto si sarebbe svolto in Svezia, a Stoccolma, ed è lì che andai.

Fu subito colpo di fulmine, o nel termine più moderno imprinting. Stoccolma mi stregò e il suo ricordo, nonostante siano passati diversi anni, continua ancora a farlo, al punto tale che sogno di costruirmi una vita là.
Ero poco più che una bambina nel pieno dell'adolescenza e decisi di partire affrontanto il primo viaggio in semi-solitudine (durante il viaggio c'era un altro ragazzo della mia stessa scuola e due insegnati,che durante la vacanza ho visto di rado), il primo viaggio ospitata in una famiglia e il primo guaio da vacanza (la mia valigia rimase a Roma altri tre giorni dopo la mia partenza).
Partii con un volo Alitalia Roma-Stoccolma, tra l'altro pagato uno sbotto e le mie valigie rimasero nel bel Paese. Potete immaginare, era ottobre, Roma 20 gradi-Stoccolma 7 gradi.
Appena prima di atterrare una visione però mi rallegrò,fui infatti sopresa da quella incantevole visione sopraelevata, boschi di abeti e poi mare, e infine una miriade infinita di piccole isolette. Chiudo gli occhi e ancora vedo lo splendore che mi accolse quel giorno in quella giornata di sole.
Appena usciti dall'aeroporto la mia famiglia ospitante mi borbotta in un perfetto inglese "Where're your luggages?" e io con il mio bel 4 ad inglese, "ehm,Rome". L'impatto con la lingua all' inizio è stato duro, ma poi ci si abitua, alla pronuncia, al suono...Non vi dico che ero diventata un fenomeno in inglese ma i giorni seguenti almeno a parlare ci riuscivo anch'io.
La prima sera passa tra la sistemazione, la cena in famiglia e le prime conoscenze.

La mattina passa tra la visita al Municipio di Stoccolma, composto da otto milioni di mattincini rossi. Da lì uno sguardo all' altra sponda di Stoccolma, un pranzo veloce e il pomeriggio lo dedico a Galma Stan, la città vecchia che risale al 1252, qua da non perdersi il Palazzo reale, la piazza Stortorget con le sue famose case colorate. La sera mi aspetta una festa di benvenuto nella scuola che ospita il progetto.

Il giorno seguente visito il Museo Vasa, l'unica nave del 1628 ancora esistente al mondo. La nave nel suo viaggio inaguarale affondò nei fondali di Stoccolma, fu recurata nel 1961, restaurata ed oggi è visitabile. Proprio davanti al Vasa Museum si trova un altro museo, il Nordiska Museum che forse meriterebbe una visita, ma per questione di tempo io me lo sono perso. Pranzo in un ristorante molto carino, su un isoletta, di cui però non ricordo il nome. Il pomeriggio mi dirigo sempre a Galma Stam, mi ha affascinato. La sera partecipo ad una festa di compleanno a casa di un amico di Sofie, veramente una gran casa, trabondante di marmo di carrarra e al cui ultimo piano si godo di una splendida visione sulla baia di Stoccolma. Devo dire che siamo ritornati a casa molto tardi, verso le 4 a.m. in metro ed eravamo tutte ragazze, sui sedici/diciasette anni e non è stato niente di pericoloso o che mi sia sentita a disagio, come capita purtroppo anche in Italia, nessuna faccia poco amichevole insomma, neanche in piena notte. Quello che è di giorno rimane anche di notte.

Stamani decido di fare una gita in battello, per visitare questa città da un'altra angolazione, ed è bellissimo. Tutto mi affascina. Gli edifici, i parchi, i canaletti e i ponti che collegano le quattordi isolette su cui sorge.
Il pomeriggio lo passo allo Skansen museum, il museo più antico del mondo e lo zoo di Stoccolma. Molto piacevole passeggiare in questo museo all'aperto, fuori dall'ordinario, oltre al paesaggio naturale composto da un'immensa varietà di flora e fauna si trovano ricostruiti in miniatura i palazzi storici della Svezia e case con gli antichi mestieri, come laboratori di soffiatura di vetro, di lavorazione di metalli e di ceramica, panetterie. La sera andiamo, io e le mie amiche svedesi, in un ristorantino tipico nel centro di Stoccolma, ed io do' un ultimo sguardo notturno alla città.


La mia vacanza a Stoccolma finisce qua, ma ci rivedremo un giorno, ne sono certa.
Un grazie speciale a chi ha permesso questa vacanza, alla scuola che l'ha organizzata, ai miei genitori che me l'hanno permessa, ha chi mi ha ospitato,alle mie amiche svedesi in particolare Sofie e Maja.

Eleonora 

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